
L’OSPITE
OTTO Gallery è stata fondata nel 1992 da Giuseppe Lufrano nel cuore di Bologna. OTTO come gli anni che mancavano al 2000: questa fu l’idea del direttore quando aprì la prima galleria, al numero civico 50 della centralissima Via D’Azeglio, già sede di una storica galleria.
OTTO Gallery propone mostre dedicate ad artisti contemporanei già affermati nel sistema dell’arte nazionale e internazionale. Focalizza la propria ricerca sugli artisti romani della Scuola di San Lorenzo (Domenico Bianchi, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio, Piero Pizzi Cannella, Marco Tirelli) accanto ad altri già storicizzati come Marco Gastini, Urs Lüthi, Eliseo Mattiacci e Giuseppe Spagnulo. Parallelamente dedica mostre ad artisti più giovani ma già affermati, come Andrea Facco, Davide Mancini Zanchi, Matteo Montani e Giovanni Termini. Dal 2002 la galleria si sposta di qualche passo e si trasferisce a Palazzo Montalto, sempre in via d’Azeglio, dove gli spazi consentono la produzione di mostre museali sempre realizzate in stretta e diretta collaborazione con gli artisti.
La galleria è punto di riferimento dei migliori nomi dell’arte contemporanea, di critici e di un pubblico di appassionati operando in un percorso continuo di ricerca e valorizzazione dell’arte e dei suoi principali attori.
La OTTO Gallery si rivolge sia al collezionismo privato che a quello istituzionale di Musei e Fondazioni.
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Un percorso figurativo che riflette sul concetto di “segno”, dialogando con tre artisti che concepiscono il “segno/disegno” come un linguaggio che si costruisce attraverso una traduzione tecnico espressiva che richiede un eccesso di abilità: la velatura.
Nel lavoro dei 3 artisti emerge fortemente la necessità di dilatare il tempo di realizzazione per far sì che, per addizione (Carboni), per sottrazione (Caccioni) o per sovrapposizione (Stampone), l’immagine possa affiorare spontaneamente sulla superficie.
L’Ospite indaga il rapporto tra segno e dilatazione spazio-temporale attraverso una progressione che dalla pittura evocativa, quasi astratta, di Luca Caccioni, fluisce nell’espressività al limite tra astrazione e figurazione di Luigi Carboni, per giungere, infine, alla “fotocopia intelligente” della realtà di Giuseppe Stampone.
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SALA 1
IL SEGNO
DI LUCA CACCIONI
“Ho dipinto una ventina di lavori asciugati e scaltri su una superficie a me sconosciuta e reattiva… Stavolta, interessava a me la quota del gesto, poi un suo controllo quasi orientale, poi l’attribuzione poetica…”


Can you imagine a tool that serves to conceal memories?, 2020, olio e resine su alluminio, cm 80×80 – 6.600,00 € + IVA
Opere dai titoli allusivi, quasi indecifrabili, dove trasparenze e riflessi, effetti plastici e di sfumato trovano un equilibrato accordo con forme evanescenti che galleggiano su velature stese su una superficie reattiva come l’alluminio…
Picture to meditate with three wisteria seeds in your pocket, 2017, olio su alluminio, cm 60×60 – 5.000,00 € + IVA
…Segno intenso e concentrato, al limite del figurale, fatto di echi sottili e sedimenti atmosferici.
SALA 2
IL SEGNO
DI LUIGI CARBONI
“Il disegno, lo schizzo, sono sempre stati considerati secondari, marginali, strumenti di scarto, nel concetto di scarabocchio troviamo rappresentata l’ideologia del fallimento… In queste opere intitolate ‘ridisegnare’ il segno diventa protagonista, artefice di una visione…


…espandendosi liberamente in un dinamismo che tende ad invadere il terreno dell’emozione. Il segno si esibisce con un tracciato nero dominante esercitandosi nella pratica del costruire la forma di corpi e oggetti mai totalmente integri, che si svelano occupando lo spazio in una narrazione d’insieme”.
SALA 3
IL SEGNO
DI GIUSEPPE STAMPONE
“…Le velature che usavano Raffaello o Van Eyck nella pittura a olio, io le uso con la penna bic, creando degli spazi-tempi sovrapposti… Aggiungo sempre nuove stratificazioni: ore dopo ore, giorni dopo giorni, mesi dopo mesi… io non sono interessato al risultato finale, ma al processo fatto di spazi-tempi dilatati che danno forma al pensiero, perché è il processo che crea il disegno…

…32 velature o 25 velature implicano un tempo di realizzazione che chiamo dilatazione del tempo, per riappropriarsi del proprio tempo…È l’artista che non accetta la velocità di internet, di quel file su internet, ma lo ricopia come faceva nel trecento un miniatore gotico di manoscritti…Warhol si definiva una macchina, io una fotocopiatrice intelligente che sceglie un’immagine, si appropria di essa, e ne fa una sola copia”.
NAPOLI
Sede Legale: via Ripuaria 153, 80014 Giugliano in Campania (NA)
Sede operativa: Via Giovanni Boccaccio 32, 80070 Bacoli (NA)
BOLOGNA
Sede operativa: Via Camillo Casarini, 19, 40131 Bologna, c/o DUMBO
Email: info@publicsicc.com
Pec: publicsiccsrl@pec.it
Mobile: 328 03 16 470
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